Perdonino il Caffè, gli impiegati del Comune di Montefano che svolgono il loro lavoro quotidiano, all’interno del Municipio di Corso Carradori. Da qualche mese, sul bellissimo porgono di legno antico e pieno, è affisso un dignitoso cartello di carta plastificato, nel quale sono riportate le aperture giornaliere degli uffici. Per ogni giorno della settimana, il cittadino viene informato con chiarezza della fascia oraria in cui può trovare un funzionario a sua disposizione. Ben fatto. Molto bene. In questo modo l’operatore del Comune, ha del tempo da dedicare al disbrigo delle pratiche, durante il quale non dovrà attendere anche alle richieste ed istanze dirette del pubblico; riservando, invece, agli utenti cittadini, apposite fasce orarie.
Nel particolare, per quasi tutti i giorni della settimana, le fasce per il pubblico sono molto larghe, iniziando fin dalla apertura degli uffici. In quattro giorni, però, il lunedì ed il mercoledì, il giovedì ed il venerdì, l’accesso agli uffici posti ai piani superiori del Municipio, è consentito ai cittadini, a partire dalle 10 del mattino. Nulla di strano, ripete il Caffè. Se non fosse, per il grande portone, all’interno del settecentesco portale in pietra bianca dell’Appennino, che fino alle 10 del mattino, rimane totalmente serrato. ‘Ma che importa!’, direbbe magari qualcuno, con una buona dose di ragione. Infatti, questo, sa che, lasciando aperto il portone, i cittadini più intraprendenti, s’infilerebbero per l’androne di accesso, e salite le scale, si rivolgono direttamente all’impiegato, a quel punto costretto ad ascoltari, oppure a perdere tempo spiegando l’orario di apertura al pubblico.
Però, perché chiudere il portone del Municipio? Potrebbe chiederselo, oltre al Caffè, qualsiasi altro cittadino di Montefano. Senza cambiare gli orari, basterebbe lasciare il bel portone, aperto per tutta l’orario di lavoro mattutino dei dipendenti, che va dalla 8 alle 14, come avviene di norma, anche in quei quattro giorni della settimana, nei quali il pubblico può accedere soltanto dalle 10; e chiudere le due ante di vetro che danno accesso alle scale interne. Un accorgimento estetico, urbanistico ed architettonico, tale da valorizzare il portale, in ogni ora della mattina. Soprattutto nella stagione estiva, i turisti iniziano a visitare il paese fin dalle prime ore del giorno, avendo modo, così, di aprrezzare l’androne interno di palazzo Carradori Olivi – il Municiio odierno – ed il bellissimo lampadario settecentesco, che dal soffitto pende nel mezzo dello spazio geometrico del XVI secolo, sovrastando, il mosaico colorato dello stemma comunale, incastonato nel pavimento. Ma se questo non fosse un motivo valido per tutto l’anno, c’è sempre l’Albo Pretorio, nella parete sinistra dell’androne.
La vetrata fu posta in opera proprio per consentire di usufruire dello spazio Municipale, anche quando gli uffici fossero stati chiusi, in modo da lasciare consultabile l’Albo Pretorio e fornire una profondità visiva al Palazzo Pubblico, sulla bella prospettiva del Corso. Per questa ragione fornita di adeguata illuminazione, che ne avrebbe valorizzato l spazio. La vista sul Corso, infatti, per sua natura, oramai storica, è caratterizzata da bei palazzi, ma per lo più serrati, appiattiti sulle facciate.
Una porta aperta è segno di accoglienza. Due pesanti e belle ante dispiegate di un Palazzo Pubblico, simbolo di apertura e servizio. Diceva un vecchio affabulatore d’osteria, al tempo dei viandanti notturni, che fosse per questi di sollievo durante la notte, vedere uno di quei lumicini, abitudine di ogni casa in campagna, accesi sopra l’uscio. PMS