“Cercherò di essere breve, perché circonciso lo sono già!”, diceva un ebreo parlando in pubblico.

La cagnara fra Giletti ed il compagno Capanna, vista da molti in televisione domenica scorsa, non mi aveva fatto subito pensare a quello che invece mi si è rivelato stamattina leggendo un articolo sul giornale. Le accuse reciproche che i due protagonisti della cagnara si sono fatte, rimandandosi l’un l’altro di fare del “populismo”, mi ha portato a fare una considerazione sul piano locale, rispetto ad indennità e vitalizi dei politici e amministratori, che non solo Giletti e Capanna hanno affrontato insultandosi, ma oramai è argomento quotidiano e legittimo di tutti gli italiani.

Come sappiamo dal giugno scorso, il Sindaco e la Giunta si sono legittimamente assegnati un‘indennità di carica, che gli amministratori hanno ritenuto giusti, all’interno dei parametri di legge.

Ora, se un motivo dell’indennità e del successivo vitalizio – nel caso dei nostri amministratori, sarà un’esigua aggiunta alla pensione, quando è il momento – è il lavoro svolto durante i mandati elettivi in cui sono stati in carica, è naturale chiedersi i benefici che le diverse comunità di cittadini hanno avuti dall’impegno assiduo e costante degli eletti (Sindaco e Giunta per Montefano). A questo punto, se andassimo a fare un riepilogo mentale dei risultati per quanto riguarda Montefano, per esempio, ci accorgeremmo che la nostra collettività a più avuto in termini di risultati e patrimonio, quando gli amministratori che si sono succeduti al governo del paese, non hanno percepito indennità di carica. Mi spiego meglio: dal 1986/87 circa, l’abbiamo già detto molte volte, il Sindaco e la Giunta, decisero di rinunciare all’indennità di carica – vi ricordate – e da quel momento Montefano ha avuto un risveglio amministrativo elogiato da tutti, un buon governo apprezzato anche da chi ora lo nega; opere importanti; ristrutturazioni necessarie; dotazioni tecniche e culturali; opportunità europee: partecipazioni intellettuali e artistiche notevoli; strumenti urbanistici; alloggi pubblici; scuole; teatro; Municipio; arredo urbano; impianti idrici; restauri; riqualificazioni di impianti sportivi; museo; sala mostre; presenza di associazionismo diffuso: edizioni di libri; strutture socio assistenziali adeguate: illuminazione pubblica; marciapiedi, parchi; e così via. Quindi, dal quel fortunato giorno in cui il Sindaco e la Giunta decisero per quel passo, e fino al giugno scorso (per correttezza preciso: tutti gli amministratori compresi Carnevali e la sua Giunta) Montefano, avendo avuti in sorte degli amministratori che non percepivano indennità, si è ritrovato, grazie a questi, un patrimonio invidiabile, una ricchezza materiale ed immateriale, di tutto rispetto. Risultanti tangibili, ottenuti e realizzati fino al giugno 2014 dal buon governo di Montefano, senza indennità.

Sicché, in conclusione, mi tocca dire, che il populista locale ha ragione: ‘di cose buone per il paese senza indennità per gli amministratori se ne sono viste!  Non  mi aspettavo una simile rivelazione stamattina.

Ma sarò, felicemente smentito nei prossimi quattro anni, nei quali Montefano verrà sicuramente premiato per il suo sacrificio. E la mia sarà l’ennesima sconfitta intellettuale e l’ottantunesimo inutile tentativo letterario del Caffè. PMS

Lo dico in fondo per non allungare la lettura: un regista cinematografico greco, ha detto in un’intervista che la censura, durante la dittatura negli anni settanta in quel paese, ha fatto realizzare film importanti e bellissimi, perché gli autori erano costretti ad esprimersi con pochi mezzi e con linguaggi nuovi, dimostratesi incomprensibili ai censori.